8 Dicembre 2024

La Finlandia chiude temporaneamente le frontiere con la Russia

Il 28 novembre 2023 la Finlandia ha annunciato la chiusura temporanea di tutti i valichi di frontiera con la Russia in seguito all’anomalo incremento di ingressi di richiedenti asilo provenienti da paesi terzi. Gli otto varchi sono stati chiusi gradualmente nel corso di una settimana, dal 24 al 30 novembre.

L’intelligence finlandese ipotizza che l’accesso sia stato facilitato dalle autorità russe al fine di destabilizzare l’ordine interno del Paese. Il coinvolgimento del Cremlino, che nega le accuse definendole provocatorie, sarebbe riconducibile alle contromisure tattiche e strategiche che minacciò di adottare in occasione dell’accesso della Finlandia nella NATO.

L’inchiesta del quotidiano finlandese Iltalehti

A rendere note le dinamiche del coinvolgimento della Russia è un’inchiesta del quotidiano finlandese Italehti, secondo cui negli ultimi mesi il Cremlino ha facilitato la possibilità per migranti, provenienti principalmente del Corno d’Africa e dal Medio Oriente, di richiedere e ottenere visti temporanei in Russia tramite le proprie ambasciate. Secondo l’inchiesta e i servizi di intelligence finlandesi, l’accesso in Russia è stato funzionale ad un successivo reindirizzamento verso le frontiere del territorio dell’Unione Europea, con il supporto del servizio di sicurezza russo (FSB). In seguito alla chiusura dei valichi di frontiera tra Finlandia e Russia, il quotidiano Italehti ha chiarito che il Cremlino ha interrotto la concessione dei visti nei paesi interessati. La vicenda contribuisce all’allontanamento tra Helsinki e Mosca.

I rapporti russo-finnici

Per lungo tempo, la politica estera della Finlandia è stata caratterizzata da una posizione di neutralità. Tuttavia, a partire dalla fase iniziale della crisi ucraina nel 2014, un progressivo allineamento con l’Alleanza Atlantica ha iniziato a prendere forma. Con il suo ingresso nella NATO, avvenuto ad aprile 2023 in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, la Finlandia ha provocato l’irritazione di Mosca, che ha interpretato questa decisione come un attacco alla propria sicurezza nazionale e ha quindi dichiarato l’intenzione di adottare contromisure tattiche e strategiche.

Su queste basi si giustifica l’inchiesta del quotidiano finlandese Iltalehti e la dichiarazione del primo ministro finlandese Orpo secondo cui sarebbe Mosca ad orchestrare l’ingresso dei richiedenti asilo. Tale afflusso, infatti, “rappresenta una seria minaccia per la sicurezza nazionale”, secondo Markku Hassinen, vicecapo della guardia di frontiera finlandese. Anche l’Estonia, interessata da simili pressioni geopolitiche, di fronte all’aumento del numero dei richiedenti asilo provenienti dal suo confine orientale, si è dichiarata pronta alla chiusura totale delle proprie frontiere con la Russia.

NATO e UE a sostegno della Finlandia

A favore della decisione del primo ministro finlandese, l’agenzia Frontex ha dispiegato lungo il confine con la Russia agenti della guardia di frontiera e altro personale, a “dimostrazione della posizione unitaria dell’Unione Europea nei confronti delle sfide ibride che interessano uno dei suoi membri”.

La Finlandia gode del supporto dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea, che hanno manifestato appoggio e solidarietà. Ursula von Der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha definito vergognosa la strumentalizzazione dei migranti da parte della Russia, rappresentando un esempio di come la Russia stia portando avanti una strategia ibrida per fare pressione non solo sulla Finlandia, ma anche sui paesi vicini, come dichiarato da John Stoltenberg nella conferenza stampa del 27 novembre 2023. La preoccupazione relativa a questo tipo di attacchi ibridi era già stata evidenziata dalla Presidente della Commissione Europea nel 2021, in concomitanza con una situazione analoga verificatasi al confine tra Polonia e Bielorussia.

Uno schema consolidato

Questa strategia ibrida adottata dalla Russia risponde a uno schema consolidato negli ultimi anni, attraverso cui regimi più o meno autocratici hanno strumentalizzato flussi di migranti per esercitare pressioni su Paesi vicini. Nel 2020 fu il presidente turco Recep Tayyip Erdogan a minacciare di consentire ai richiedenti asilo presenti sul proprio territorio di raggiungere la Grecia per ottenere un accordo migliore sugli aiuti economici dall’Unione Europea. Nel 2021 fu la volta della Bielorussia di Lukashenko, che strutturò un piano analogo, al confine con la Polonia, come rappresaglia alle sanzioni economiche europee dovute alle violente repressioni che fecero seguito alle contestate elezioni. Questi esempi, insieme con i recenti avvenimenti in Finlandia, evidenziano la vulnerabilità dell’Unione Europea a tal riguardo, data la sensibilità mostrata sul tema dagli Stati membri.

Di fronte alla necessità di coordinamento dell’Unione Europea, lo scorso ottobre il Consiglio Europeo ha approvato una normativa nell’ambito del Nuovo Patto sulle Migrazioni e l’Asilo, stabilendo il quadro di riferimento che consente agli Stati membri di affrontare situazioni di crisi nel campo dell’asilo e della migrazione, ivi compresa la strumentalizzazione dei migranti.

foto di copertina EPA/OLIVIER MATTHYS

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