27 Luglio 2024

Malta verso la presidenza dell’OSCE

Sempre più presente sulla scena marittima mediterranea, in prima linea nell’Unione europea, convinta aderente al Commonwealth, membro non permanente del Consiglio di sicurezza, Malta si prepara ad assumere la presidenza dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) facendo valere la sua condizione di neutralità. In un momento di stallo dell’Organizzazione, ora che  la Russia ha posto il veto alla candidatura della Lituania perché appartenente alla Nato, Valletta beneficia del suo non allineamento.

La posizione maltese  rinvia ai lontani anni Ottanta del secolo scorso, quando l’Isola definì il suo status internazionale impegnandosi a non dare assistenza a navi da guerra di Stati Uniti e Unione Sovietica. L’Italia ebbe allora un ruolo di garante che è tuttora attivo col Trattato del 1980 di riconoscimento della neutralità, mai denunciato dalle due Parti.

Ora Valletta riscopre i vantaggi della sua antica scelta raccogliendo i frutti di una dinamica diplomazia multilaterale che ha generato anche una sorta di alleanza con Turchia e Libia e che potrebbe giovare alla soluzione del conflitto russo-ucraino, tema che ad ottobre è stato affrontato in un forum ospitato a Valletta.

La funzione dell’Osce

Punto di arrivo di un processo di distensione Est-Ovest iniziato negli anni Settanta del secolo scorso con la storica Conferenza di Helsinki, l’OSCE ha via via accresciuto il suo ruolo in settori come la prevenzione dei conflitti, la sicurezza militare e la stabilità regionale, la dimensione socio-economica, la tutela delle minoranze.

Varie sono le sue missioni di monitoraggio nell’Europa orientale e nei Balcani, come quella svolta in Ucraina dal 2014 per verificare  sul campo la situazione di crisi del Paese, terminata al momento dell’invasione russa. Questa missione (affidata ad  osservatori civili) non ha raggiunto i suoi scopi di prevenzione a causa dell’aggressività russa. Una nuova centralità potrebbe profilarsi tuttavia per l’OSCE in Ucraina qualora si addivenisse a un cessate il fuoco.

Da parte degli Stati Uniti, pur mantenendosi le posizioni di condanna verso la Russia, si riconosce che l’OSCE è “un’importante organizzazione per affrontare i temi dei diritti umani e politici in Europa”. Con ciò sottintendendo che l’Organizzazione è al momento la sede migliore per riprendere a dialogare in un contesto multilaterale con Mosca, ponendola difronte alle sue responsabilità.

Neutralità “attiva” di Malta

“Malta è uno Stato neutrale che persegue attivamente pace, sicurezza e progresso sociale tra tutte le nazioni aderendo ad una politica di non allineamento e rifiutando di partecipare a qualsiasi alleanza militare ». Questo il dettato costituzionale maltese da cui risulta che l’Isola non è neutralizzata  per volontà di Potenze esterne, ma che ha scelto liberamente di essere al di fuori di schieramenti internazionali e di  alleanze militari.

Tale condizione non ha impedito a Malta di accedere nel 2004 alla Ue nel presupposto che la neutralità non sarebbe stata compromessa dalla Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC) dell’Unione. Più di recente, in un simposio organizzato a marzo con l’ex segretario generale dell’Osce  Ambasciatore Thomas Greminger, Valletta ne ha verificato la compatibilità con la solidarietà alla causa ucraina. Quanto alla NATO, l’Isola non ne fa ovviamente parte, ma dal 2008 aderisce all’iniziativa NATO Partnership for Peace.

La  neutralità maltese, concepita nel 1979 per contrastare le mire egemoniche di Gheddafi, si è con gli anni consolidata. A riconoscerla sarebbero stati, in varie forme,  Algeria, Arabia Saudita, Bulgaria, Cina, Commonwealth, Corea del Nord, Francia, Grecia, Iugoslavia, Marocco, Movimento non allineati, Qatar, Unione Sovietica. Questo asseriscono fonti maltesi. In realtà l’unico riconoscimento formalmente documentato è quello italiano. Il nostro Paese, per evitare che l’aggressività di Tripoli lambisse la Sicilia, favorì l’iniziativa di cui si fece garante con il citato accordo del 1980 che prevede una clausola di assistenza militare qualora l’indipendenza dell’Isola sia minacciata.

Gli sponsor del governo di La Valletta

Senza deflettere da una linea di sostegno all’Ucraina (la Russia deve “ritirarsi immediatamente dall’intero territorio dell’Ucraina” ha dichiarato il ministro Ian Borg), Valletta punta ora alto. In suo favore, vi è l’appoggio incondizionato degli Stati Uniti  che hanno pubblicamente espresso il proprio grazie per la candidatura all’OSCE.

Innegabile inoltre l’approvazione di Mosca, formulata di certo in funzione anti Paesi baltici. Tuttavia, le simpatie russe sono di vecchia data. Forse risalenti al periodo della spregiudicata politica contro la NATO del premier Dom Mintoff o al vertice tra Bush e Gorbachev tenutosi in acque maltesi nel 1989. In quel contesto maturò il riconoscimento sovietico della neutralità maltese. Ma la Russia potrebbe ora essere stata consigliata dalla Turchia che a Malta è legata, come detto, da un’intesa trilaterale che include Tripoli.

Basso profilo, invece, da parte dell’Italia che ha tuttavia riaffermato il sostegno all’OSCE in occasione dell’ultimo Consiglio ministeriale. Le relazioni italo-maltesi sono da sempre eccellenti ma il nostro Paese è  frustrato da decenni di  trattative senza fine per risolvere le questioni migratorie comuni relative a soccorsi ed accoglienza. Ora Valletta ha però bisogno di un vasto sostegno dei Paesi OSCE, Italia compresa, per far fronte alla fase post conflitto ucraino.

L’Italia potrà così giocare il ruolo che la sua “relazione speciale” con l’Isola le consente . E potrà anche chiedere a Malta di sviluppare quel Partenariato mediterraneo dell’OSCE che, ove Tripoli acconsentisse a partecipare, potrebbe aiutare a risolvere la crisi libica.

foto di copertina EPA/GEORGI LICOVSKI

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